Benvenuti sul blog Phoesia

Sono lieto di condividere questo spazio personale con amici, conoscenti e lettori che maldestramente sono entrati in questa pagina. Sin dal 23 gennaio 2011, Phoesia offre riflessioni personali su molteplici temi quali poesia, letteratura, filosofia, arti plastiche, cinema, teatro e tanto altro ancora. Nonostante ciò, Phoesia resta uno spazio aperto alle riflessioni di chiunque abbia voglia di scrivere, in modo "impegnato", su queste tematiche. Un grande benvenuto a tutti!

25/05/12

SPAZIO

Georges Perec, Espèce d'espace, Galilée, Paris, 1974.

Cos'è lo spazio ? Come definire lo spazio ? Dove inizia e dove finisce uno spazio ? Intuitivamente, quando penso allo spazio, immagino qualcosa di grande, aereo, smisurato... infinito. Non riesco mai a visualizzare lo spazio, non riesco ad avere alcuna immagine. Forse una sensazione. Vaga. Incerta.
Georges Perec, in uno dei suoi capolavori, Espèces d'espaces (Specie di spazi), si interroga sulle possibilità interpretative dello spazio, sulle maniere di pensarlo, di guardarlo, di toccarlo. "Lo spazio, è ciò che ferma lo sguardo : l'ostacolo".
Vorrei interrogarmi su un punto a mio avviso interessante e non toccato nello splendido libro di Perec : lo spazio è movimento o immobilità ?
Proprio nei giorni in cui le mie ricerche si concentrano sulla maniera in cui Beckett riesce a descrivere il "movimento dell'immobilità", la questione dello spazio m'interessa più che mai. Se guardo fuori dalla finestra, vedo uno spazio, vedo certi spazi, vedo molti spazi. Non esiste un spazio che sia interessante... tutto ha una sua dignità, niente è particolare. Viceversa, ogni spazio è particolare, nessuno è degno di essere guardato.
Fuori dalla finestra di camera mia, vedo dei volumi, immobili. Vedo il cielo, immobile se lo guardo distrattamente. Ma mi rendo conto che si muove, ci sono le nuvole, il vento, i colori che cambiano. Posso affermare che il volume del palazzo di fronte sia uno spazio immobile ? Lo ipotizzo in un primo momento. In seguito guardo verso la finestra dell'immobile e vedo una ragazza che sta abbassando una tendina. Ciò che appariva immobile è diventato movimento. E' lecito pensare che anche un volume che apparentemente sembra immutabile, in realtà si stia muovendo. Si muove necessariamente : il nostro pianeta sta disegnando proprio in questo momento un'orbita. Anche io mi sto muovendo e non me ne rendo conto.
Mi piace immaginare lo spazio comme un movimento : anche in questo caso non riesco a visualizzare alcuna immagine. Il movimento è sempre in movimento, come condensarlo ? Comme stabilizzarlo ?
Lo spazio è movimento, il movimento è lo spazio. Ma lo spazio è movimento a condizione di poterlo osservare. E se fossi cieco, se non potessi vedere ? Se chiudessi gli occhi, lo spazio sarebbe ancora in movimento ? Forse. Ma credo che potrei immaginarlo come una cosa fissa : una stanza cubica con pareti bianche, senza alcun arredamento, senza niente dentro, a perte i muri.
Non so se si possa dare una definizione esatta di spazio. Credo piuttosto che ogni definizione a riguardo sarebbe sempre insufficiente. Penso che dobbiamo accontentarci di vivere lo spazio. E non è certo cosa da poco.
Riassumendo : lo spazio è movimento, lo spazio è immobile. L'immobilità è movimento. Il sillogismo, pur sembrando una falso, mi convince.

Lo spazio è il movimento dell'immobilità. Mi sarebbe piaciuto leggere questa frase nel libro di Perec. Eppure Perec questa frase l'ha scritta, utilizzando dei termini ancora più belli, ancora più tranquillizzanti : "lo spazio è il dubbio".