Benvenuti sul blog Phoesia

Sono lieto di condividere questo spazio personale con amici, conoscenti e lettori che maldestramente sono entrati in questa pagina. Sin dal 23 gennaio 2011, Phoesia offre riflessioni personali su molteplici temi quali poesia, letteratura, filosofia, arti plastiche, cinema, teatro e tanto altro ancora. Nonostante ciò, Phoesia resta uno spazio aperto alle riflessioni di chiunque abbia voglia di scrivere, in modo "impegnato", su queste tematiche. Un grande benvenuto a tutti!

29/08/11

SERGIO KEUCHGERIAN

 Vorrei parlarvi oggi di una persona molto interessante e che è stata molto importante per me. Durante l'ultimo anno di studi a Parigi, ho avuto la fortuna di conoscere in modo approfondito Sergio Keuchgerian, scrittore brasiliano di origini armeniane di grande talento. Sergio è innanzi tutto un uomo dotato di una sensibilità esistenziale anormale, superiore. Credo di potermi definire amico di Sergio. Perchè quando due persone si ascoltano e si scambiano così spesso punti vista, battute e esperienze intime, si crea un rapporto che va ben oltre la semplice confidenzialità per diventare qualcosa di profondo, importante. Sergio Keuchgerian è una di quelle persone che mi hanno permesso di crescere molto, intellettualmente e soprattutto umanamente. Brillante avvocato di San Paolo, Sergio decide nella primavera/estate del 2010 di trasferirsi a Parigi e di cominciare, ad un'età matura, gli studi in lettere all'Université Sorbonne Nouvelle. Ed è proprio nelle aule della Sorbonne che iniziai i primi scambi di battute con quello che per me era ancora uno sconosciuto. Giorno dopo giorno il nostro rapporto aumentò di confidenza, fiducia e intensità. Presto ci ritrovammo a discorrere e a litigare (nel senso buono del termine) sulla poetica di Foucault, sul quale stavamo redigendo un dossier per ragioni di ricerca.
Sergio è un uomo dotato di una sensibilità letteraria sopraffina. Esordisce come scrittore nel 2002 con il libro Diário da Busca, romanzo edito dalla casa editrice Desantino. Nel 2008 è la volta del secondo romanzo : Contos Indiscretos, stavolta edito dalla Mundo Editorial. Anche se non vi è ancora l'ufficialità, ben presto uscirà il terzo romanzo, terminato da tempo ma del quale, però, non ricordo il titolo. Ricordo invece che Sergio, negli ultimi mesi passati insieme a Parigi, stava lavorando ad un quarto libro, ancora avvolto nel mistero (anche se ne conosco un po' la trama).
Sergio ha accompagnato la sua attività di scrittore da un intenso lavoro come fotografo professionista. Fotografia e musica classica, sono infatti le due grandi passioni di quest'uomo straordinario, unite ad un'acuta capacità critica verso l'arte figurativa (non dimenticherò mai la splendida giornata passata con Sergio e Anne-Flore al Museo d'Arte Moderna di Parigi tra le opere di J.M. Basquiat !).
Spero di aver reso l'idea dell'importanza rivestita da questa persona così cara. Ho appreso, sfortunatamente, che al mio ritorno a Parigi non rivedrò Sergio, che nel frattempo è rientrato a San Paolo, sua città natale. Non so cosa riservi lui il futuro. Ciò che so è che spero di rivedere Sergio un giorno. Quest'uomo, in grado di parlare 3 lingue perfettamente (o forse anche di più), è stato una delle cose più belle che mi siano capitate in questi ultimi anni. Lo ringrazio per essere com'è. La vita non è stata molto buona con lui eppure, nonostante tutto, Sergio ha deciso di affrontarla sempre con coraggio, senza rimandare nessuna sfida con il destino.
Un abbraccio fraterno, Luca.

PS : per chi ne sia interessato, Sergio scrive su un blog chiamato Empalavrado, rigorosamente in lingua portoghese, che potrete trovare qui sulla destra. Quando avrò a disposizione una traduzione italiana o francese dei suoi romanzi sarò lieto di farne una recensione.

19/08/11

DIALOGHI

Dialogare è forse la prima azione che l'essere umano compie grazie al linguaggio. Dialogare è un mix sorprendente di istinto, sensazione, sentimento e intelligenza. Gli uomini non esistono in quanto uomini senza dialogo. 
Il movimento del dialogo è un movimento in divenire, imprevedibile e indipendente. Al dialogo viene contrapposto il monologo. Ora, pensiamo alla possibilità dell'impossibilità di ridurre un essere umano a uno, a singolo. Pensiamo alla bellezza della possibilità di comprendere un uomo in quanto pluralità di ego. Risolviamo il mistero della Trinità in infinitezza. Ebbene, se ciò fosse, non si darebbe monologo. Solo dialogo. L'uomo che parla a se stesso, probabilmente parla a un altro da sé, ciò che viene identificato da molta letteratura con il termine "doppio". Non basta. Il doppio prevede il due come numero. Ma i doppi possono forse essere più di uno, forse molti. Secondo questa prospettiva i doppi all'interno di un singolo individuo potrebbero risolversi in progressione esponenziale. L'uomo che parla a se stesso in quanto doppio dialoga. 
Io sostengo questa ipotesi.
Il dialogo possiede una forza incalcolabile, come incalcolabile è la forza dell'istinto. Dialogare è un'esigenza, una forzatura sensazionale e una fortuna. La bellezza degli amici che parlano tra di loro, l'imprevedibilità di persone sconosciute che si trovano improvvisamente a comunicare tra di loro. Tutto fa parte della capacità del dialogo. Forse, non si dà individuo al di fuori del dialogo.
Ma esiste anche il "falso dialogo". Nel momento in cui un soggetto parla ad un altro senza prevedere aprioristicamente una risposta da quest'ultimo, si delinea lo spazio del "falso dialogo". Lo Stato, l'istituzione, il potere, non prevede la parola dell'altro. Si tratta di "falso dialogo" o di "monologo sordo". 
L'uomo nasce per dialogare, non farlo significa accettare la dipendenza da qualcuno che dialoghi per te.
Siamo convinti che dialogare sia la funzione più nobile del linguaggio. 
Durante il prossimo anno ci occuperemo molto del dialogo in quanto tipo di scrittura, disposizione esistenziale e meccanismo politico.