Non accetto nessun approccio deterministico.
Che si tratti di letteratura, politica, poesia, musica, storia, sociologia, antropologia, moda, cinema, psicanalisi, matematica, diritto, economia, filosofia, botanica, religione... non considero mai l'approccio deterministico.
Carmelo Bene, al Maurizio Costanzo Show del 1994, diceva una cosa sacrosanta: "ogni tuttologia è cazzata". Dal mio angolino, aggiungo che ogni approccio deterministico è una cazzata.
Per determinismo intendo, evidentemente, ogni predisposizione dell'intelletto a spiegare sistematicamente e definitivamente qualsiasi tipo di fenomenologia. L'intenzione di trovare una soluzione universale a qualsiasi problema è a sua volta il vero problema del "nostro" mondo occidentale (e non solo purtroppo). L'uomo, e tutto ciò che crea o produce o influenza, è per sua natura inconoscibile, indeterminabile. Le sue gesta, le sue parole, il suo pensiero sono originati da un enigma inspiegabile, provente dal "prima del tempo". La nascita o la morte dell'essere umano (come di ogni creatura) sono incomprensibili.
Non m'interessano le spiegazioni per il semplice motivo che non m'interessa capire nulla. M'interessano le descrizioni, le narrazioni, i tentativi, i saggi, le provocazioni, le confessioni.
Il concetto di capire mi è estraneo se cerca di sistematizzare la mia mente. Sistematizzazione, totalizzazione, assoluto sono i concetti che imprigionano l'uomo dentro se stesso. Sono parole brutte, orrende (anche in senso sonoro), vuote, che devono servire solamente per provocare "paura" nello spirito. Mi sento semplicemente illogico. La logica, altro termine piuttosto disgustoso, è interessante solo nel momento in cui rinuncia a se stessa e alle sue prerogative in senso logico.
Detesto le convinzioni, le coerenze assolute, le certezze, le sicurezze, le pre-dilezioni, le necessità. Detesto questo mio modo di detestare perchè a volte mi pare assoluto e necessario.
Sono un essere umano, e questo mi basta per capire che non c'è niente da capire.
Non sono né pessimista né ottimista. Due parole non mi bastano. Le parole in genere non mi bastano mai. Eppure scrivo.
Paul Valery diceva: "Gli ottimisti scrivono male. I pessimisti non scrivono".
Nessuno dei due ha ragione, entrambi gli enonciati sono poveri e meschini. E Valery lo sapeva bene.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.