Ritorno con forza peró, perchè il post è largamente ispirato dall'ultima uscita cinematografica di Michel Gondry : "Is the Man Who is Tall Happy ? (Conversation animée avec Noam Chomsky)". Ebbene si, ritorno alla scrittura sul blog con tutto il piacere dei ricordi dei corsi di linguistica di qualche anno fa in quel di Firenze, quando per la prima volta sentii il nome di Noam Chomsky e attraversai le sue teorie sul linguaggio.
E non ne resto deluso. Michel Gondry calibra bene la sua vecchia macchina da presa e illustra metodicamente le sue intenzioni, il suo punto di vista e lo svolgimento degli appuntamenti filmati con Noam Chomsky. Docu-Film eccellente dall'inizio alla fine, dove le immagini colorate, talvolta puerili, messe a punto da Gondry fanno da eco alle teorie del maître-à-penser statunitense di origini ebraiche. Una delle trovate migliori del regista francese è quella di mettersi fin da subito in una posizione d'umiltà intellettuale : la tensione della voce narrante fa capire allo spettatore il disagio e la difficoltà di Gondry una volta iniziato il dialogo.
Noam Chomsky sembra invece essere tranquillo davanti alla telecamera, e risponde senza mai scomporsi alle domande. Le intenzioni di Gondry, si capiscono bene fin da subito, tendono a interrogare soprattutto la vita privata del filosofo, gli studi, gli amori, l'impegno politico ecc... . Chomsky, dal canto suo, conosce bene le difficoltà del linguaggio e le trappole che nasconde, essendone probabilmente il più grande esperto al mondo ancora vivente, e devia la conversazione verso l'astratto, cercando di spostare l'attenzione dello spettatore dalla sua figura personale e professionale al nucleo impersonale del suo discorso.
Sono molto colpito da questo suo modo di agire : nessun impeto di narcisismo intellettuale, alcun compiacimento. Chomsky, da grande umanista anarchico qual è, non perde tempo ad imbellettare il proprio discorso, e va dritto al punto : la teoria della conoscienza. Il teorico americano mette inizialmente l'accento sull'importanza della rivoluzione scientifica moderna, quella iniziata da Cartesio, Galileo, poi da Newton, e ancora Hume ecc.. Nella figura di Galileo vede il più importante punto di rottura della storia del pensiero occidentale : il nuovo mondo è quello della fisica meccanica, la filosofia dell'intelligibile diventa l'emblema dell'uomo moderno. Ma c'è di più. Chomsky prosegue il suo discorso ricordandoci che i fisici e gli scienziati si sono resi conto che certi elementi comunicavano tra di loro "a distanza", e allora il mondo cambia e alla filosofia dell'intelligibile si aggiunge quella del non-intelligibile, aggiungo io, del romanticismo. Quale una fessura nel solido mondo delle scienze naturali positiviste, l'incomprensibile resta un fenomeno come un altro. Ad esempio l'evoluzione.
Interrogato da Gondry sulla teoria dell'evoluzione, il ragionamento di Chomsky non fa una piega : nessun uomo puó oggi negare la validità delle teoria dell'evoluzione. Ma l'evoluzionismo resta un fenomeno tra gli altri. Il maître-à-penser americano fa valere in questi frangenti tutta la grandezza del proprio ragionamento, e la sua posizione in merito all'epistemologia : nessun sistema d'idee puó caratterizzare la teoria della conoscienza. Nessun assoluto, nessuna totalità : solo frammenti e pluralità di fenomeni. Interrogato sulle questioni religiose, Chomsky si trova costretto ad esprimere il proprio parere personale, ma senza imporlo, dichiarando comprensibile ogni altra presa di posizione. Mentre guardo il documentario non posso impedirmi di pensare alla figura di Sisifo : Chomsky è un Sisifo contemporaneo che spinge una pietra che non arriverà mai al termine della salita. Prende tutto quel che trova, prova a spiegare i meccanismi e i processi, ma niente lo porterà a spiegare il mistero che si trova sulla vetta. E d'altronde, una volta interrogato da Gondry sui meccanismi del mistero, Chomsky risponderà che in fisica, attualmente, si ignora tutto dei processi del mistero. Detto da un uomo che ha lavorato per quasi tutta la carriera nel più importante complesso di ricerca scientifica del pianeta, il MIT di Boston, fa un certo effetto.
La parte conclusiva dell'intervista si concentra sulla teoria della grammatica generativa. Non entro nei dettagli di questa teoria perchè intendo consacrare in futuro un post a questa problematica. Ma Noam Chomsky mette l'accento sulla relativa semplicità dei suoi postulati, risultanti essenzialmente dalle sue capacità di osservazione e di ragionamento logico.
"Is the Man Who is Tall Happy" resta un documento importante, e Gondry ha il merito di portare davanti al grande pubblico una figura centrale della nostra epoca, con uno stile e un tipo di narrazione personali e accessibili. Lode al merito di questo regista per aver regalato al suo pubblico un momento d'astrazione sicuramente indimenticabile.
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