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Sono lieto di condividere questo spazio personale con amici, conoscenti e lettori che maldestramente sono entrati in questa pagina. Sin dal 23 gennaio 2011, Phoesia offre riflessioni personali su molteplici temi quali poesia, letteratura, filosofia, arti plastiche, cinema, teatro e tanto altro ancora. Nonostante ciò, Phoesia resta uno spazio aperto alle riflessioni di chiunque abbia voglia di scrivere, in modo "impegnato", su queste tematiche. Un grande benvenuto a tutti!

05/03/11

E MORI CON UN FALAFEL IN MANO...

Cari amici, oggi spezziamo un po' la trama del blog con qualcosa di divertente. 
Voglio parlarvi del film di Richard Lowenstein "E morì con un falafel in mano" del 2001 tratto dall'omonimo libro di John Birmingham. 
Si tratta di un film in skatch, o meglio di varie storie collegate tra di loro dai temi casa e coniquilini. Dato che sono 5 anni che abito in case con altre persone l'idea mi è molto piaciuta. Ambientato in Austrialia, il film ruota attorno alla figura di un improbabile scrittore in perpetua crisi depressiva che cerca disperatamente di far fronte ai suoi debiti finanziari in continuo aumento. 
L'andamento del film è piuttosto "leggero", cioè vi si alternano personaggi stranissimi, i coinquilini, ognuno dei quali ha una sua storia tormentata e comunque "deviata" dalla normalità (?!?!?!?). Denny, il protagonista, passivo verso le situazioni anche se non totalmente, si trova di fronte a follie di ogni genere: una ragazza lesbica che pratica strani riti mistico-dark, vari amici che fumano erba con conseguenti effetti sulle loro discussioni "strampalate", poliziotti minacciosi e corrotti, assicuratori e ispettori persecutori, una ragazza con un'infanzia traumatica, un giovane che scopre improvvisamente di essere gay (ma tutti già lo sapevano), una pazza nevrastenica pseudo-fascista che si lamenta di tutto (la coinquilina impossibile a vivere come la definirebbero i francesi), e Flip (nome che rimanda al flipper, "flippato" in gergo), eroinomane che ama abbronzarsi alla luce della luna, e che è il destinatario del titolo: sarà lui infatti a morire con un falafel in mano. 
Danny non ha fiducia in se stesso, è tormentato dalla sua mediocrità, non trova pace nei continui stadi depressivi che lo avvolgono. Un giorno riuscirà però a scrivere un racconto "avvincente" per Playboy, vincendo una buona somma di denaro. 
Il film, lo ripeto, è leggero, piacevole, e ricco di situazioni vicine alla "regola" dell'assurdo. Il messaggio che manda? Non sono riuscito a trovarlo. Sarà forse questo il messaggio? Non lo so. Diciamo che la storia è molto fine a se stessa, il che implica uno sforzo di non-interpretazione. 
Quindi nonostante tutto, "E mori con un falafel in mano" è un film che vorrei consigliare, se non altro sarà utile per un esercizio di de-pensamento, qualità che apprezzo molto negli esseri umani (!?!?!?).


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