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02/03/11

LA SCENA PRIMITIVA

Nel 1897 Sigmund Freud utilizza per la prima volta il termine urszenen per descrivere la scena primitiva. Occorrerà attendere il 1914 per averne una teorizzazione completa nel saggio L'uomo ai lupi
Per scena primitiva, in psicanalisi, s'intende il complesso delle nevrosi derivanti dall'insieme delle esperienze traumatizzanti presenti nell'inconscio del bambino. Freud afferma, grazie al metodo analitico, che la urszenen deriva dalla visione (realmente accaduta) del coito parentale. L'atto sessuale tra i genitori causa nel bambino di 2-3 anni una sorta di eccitazione che non è in grado di comprendere. Sovente viene interpretata dall'infante come atto di violenza, d'aggressione del padre verso la madre. 
Tutto ciò ha a che fare con la teoria della libido freudiana, e quindi con le pulsioni sessuali infantili. In questa fase interviene il cosìddetto "complesso di castrazione", dove il fallo, simbolizzazione del pene maschile nell'inconscio del bambino, è "staccabile" e può quindi essere applicato anche alla madre. Sempre secondo Freud, la bambina vive il complesso di castrazione in quanto già priva del fallo. Saranno i meccanismi inibitori a regolare in seguito il percepito difetto.  
Definita anche fantasma originario, o primitivo, o primario, la scena primitiva è stata oggetto di studio di moltissimi specialisti della psicanalisi e non solo. Celebre l'interpretazione di Carl Gustav Jung, che considera la scena primitiva come un evento non necessariamente avvenuto. Secondo Jung, essa fa parte di quell'insieme di rappresentazioni simboliche presenti nel patrimonio atavico dell'uomo. La scena primitiva è cioè un archetipo, un simbolo ricorrente nella storia dell'umanità, un motivo primitivo. 
Molto interessante la visione di Jacques Lacan a questo proposito. Il grande psicanalista francese tende a comprendere la scena primitiva attraverso il metodo strutturalista. La comprensione delle nevrosi passa attraverso l'analisi delle strutture del linguaggio, notoriamente grazie all'analisi degli automatismi linguistici (come l'associazione involontaria per metonimia). 
Ma la scena primitiva ha interessato anche molti letterati. In primis Maurice Blanchot, del quale vorrei parlare in seguito nel blog. La sua è un'interpretazione tutta particolare, allegorica, trascendentale e terribilmente collegata alla Scrittura del disastro.

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